Alla morte di una persona cara, i suoi rapporti giuridici con i familiari non cessano con essa, ma si trasmettono per via successoria. Tutti quelli che assumono la qualità di erede, subentrano nel patrimonio del defunto, ne diventano titolari, secondo le regole poste dalla legge. I successori si troveranno quindi, nella stessa posizione giuridica del defunto, acquisendone beni e diritti. Se da una parte si pensa all’eredità come a un vantaggio, dall’altra bisognerebbe pensare, anche agli svantaggi.
L’eredità, infatti, potrebbe nascondere brutte sorprese …
Gli eredi, infatti, acquisendo l’intero patrimonio del defunto, devono farsi carico anche dei suoi rapporti passivi ovverosia delle obbligazioni e dei debiti contratti e non ancora estinti.
Se i debiti fossero ingenti, è facile immaginare che possano insorgere spiacevoli litigi e controversie tra gli stessi eredi, i quali cercheranno, probabilmente, di evitare i pagamenti o di addossare i costi a qualcun altri.
Se i litigi nascono quando si tratta di crediti (divisione di beni immobili o passaggi di denaro), la situazione peggiora soprattutto, quando si tratta di debiti.
Che cosa dice la legge in materia di divisione dei debiti?
Debiti esclusi dall’eredità
Non tutti i debiti, come i crediti, cadono in successione. Questo accade perché, alcuni debiti si estinguono con la morte del soggetto cui erano addebitati.
Debiti del defunto: non bisogna accettare l’eredità
Il primo errore da non commettere, quando il defunto lascia solo debiti è accettare l’eredità. Con l’accettazione, infatti, i debiti subentrerebbero in tutte le obbligazioni e gli eredi subirebbero il pignoramento dei creditori, rischiando di perdere anche i propri beni (come la casa o il conto corrente).
Beneficio di Inventario
Se il defunto ha lasciato un piccolo patrimonio e gli eredi non vogliono sperperarlo, possono accettare l’eredità con beneficio d’inventario. I creditori potranno pignorare solo i beni caduti in successione e non quelli personali dell’erede.
Attenzione: evitate l’accettazione tacita dell’eredità.
Gli eredi non possono ad esempio: prelevare dal conto del defunto, usare la sua auto, vendere i suoi beni, anche se di poco valore oppure utilizzarli, continuare a vivere nel suo appartamento. Di conseguenza, la legge considererà queste azioni come una normale accettazione dell’eredità e pur senza volerlo, gli eredi subentreranno nei debiti del defunto. Pagare un creditore con soldi propri (e non del defunto) non è accettazione dell’eredità, così come non lo è il pagare le spese del funerale.
Che cosa succede ai debiti se nessuno accetta l’eredità?
Se tutti gli eredi hanno rinunciato all’eredità, tanto lo Stato (in persona dell’Agenzia Entrate Riscossione) quanto gli altri creditori non possono fare nulla contro gli eredi, i creditori non verranno pagati da nessuno.
In questo caso, i creditori potrebbero impugnare la rinuncia all’eredità dell’erede, ma dovrebbero dimostrare che nella successione era presente un attivo sufficiente a soddisfarli.
Inoltre, la legge stabilisce che, entro cinque anni dalla rinuncia all’eredità, i creditori dell’erede possono pignorare i beni di cui sarebbe diventati proprietari per mezzo della rinuncia all’eredità.