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Si può sconfiggere la paura della morte?

“Perché il morire ci deve far così paura? È la cosa che hanno fatto tutti! Miliardi e miliardi e miliardi di uomini, gli assirobabilonesi, gli ottentotti, tutti ci sono passati. E quando tocca a noi, ah! Siamo persi!

Ma come?! L’hanno fatto tutti. Se ci pensi bene, questa è una bella riflessione che molti hanno fatto ovviamente: la terra sulla quale viviamo in verità è un grande cimitero. Un grande, immenso cimitero pieno di tutto quello che è stato. Se scavassimo, troveremmo dovunque ossa ormai ridotte in polvere, resti di vita. Ti immagini i miliardi di miliardi di miliardi di esseri che sono morti su questa terra? Sono tutti lì! Noi camminiamo continuamente su un enorme cimitero.

È strano, perché i cimiteri come noi li concepiamo sono luoghi di dolore, di sofferenza, di pianto, circondati da cipressi neri. Mentre in verità il grande cimitero della terra è bellissimo, perché è la natura. Ci crescono sopra i fiori, ci corrono sopra le formiche, gli elefanti.”

La fine è il mio inizio – Tiziano Terzani

Com’è vista la morte oggi?

Oggi, la morte è ancora un tabù. Ognuno di noi convive con il pensiero – più o meno continuo, ma inconfessabile – che un giorno dovrà morire. La morte da essere compagna onnipresente della vita (San Francesco la chiamava Sorella Morte), è diventata il fantasma cattivo, da essere: cancellato, abolito, mai nominato o meglio, in-nominabile.

Nonostante …

La grande opera di rimuovere la morte dalle nostre vite, corrisponde esattamente al periodo in cui la morte è più rappresentata. Sono migliaia i corpi morti che vediamo sia in televisione (fiction, Tg, spot pubblicitari) sia al cinema.

E non è un caso …

Esporre la morte in vetrina significa esorcizzarla. Appunto, la tanatofobia di cui vi parlavo nello scorso articolo: http://www.exhibition.social/che-cosa-e-la-tanatofobia/.

Tutti noi sappiamo che: fermi al semaforo nel traffico, quando camminiamo in un parco o la sera prima di dormire pensiamo a quando capiterà il momento. Questo pensiero spinoso diventa come una lama nel fianco. Minaccia la fede per i credenti e il credo laico per chiunque professi un altro credo, in entrambi i casi, questo si trasforma in sofferenza. Una sofferenza della quale non si può parlare perché la morte è un tabù, a causa della scaramanzia, del buon senso o del non voler intristire chi ci sta attorno.

E quindi adesso come ne usciamo? C’è una parte della gente che evita l’argomento, ma c’è un’altra parte che ne parla e lavora nel settore, affinché la morte sia socialmente accettata.

Wirebook ed Exhibition sono la soluzione del problema!

Hai paura di morire? Anch’io!

Questo è il motivo per cui ho deciso di affidare le mie giornate, i miei ricordi alla prima piattaforma social che ti permetterà di vivere per sempre.

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Ricorda che Wirebook è al di là del social!

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